Come e quando hai incontrato CasaOz?
Ho incontrato CasaOz per caso, una coincidenza fortunata.
Durante una manifestazione avevo incontrato una ragazza che già collaborava con CasaOz. Un giorno mi ha telefonato e chiesto se avessi potuto sostituire al volo un professionista che non poteva essere presente ad un laboratorio di argilla.
Detto, fatto.
Sono passati 5 anni da quel sabato e ancora ricordo l’emozione del nuovo incontro: i genitori e ragazzi che mi attendevano nella stanza che oggi viene usata per i pranzi; e le conchiglie, che abbiamo usato per stampare l’argilla…
Cosa ti ha comunicato entrare a CasaOz? Perché hai deciso di restare?
In casaoz ho trovato leggerezza, spensieratezza, le cose indispensabili ad ogni bambino per poter vivere sereno, in qualsiasi momento di crescita, evoluzione e cambiamento, compresa la malattia.
Ho deciso di restare perché quello che ho visto e sentito mi è piaciuto, ho seguito l’istinto.
In seguito sono venuta a conoscenza del progetto, mi sono informata e ho capito che si trattava di un progetto importante, immaginato, pensato e fortemente desiderato, per permettere a bambini e ragazzi di frequentare una casa dove poter stare bene.
Il laboratorio di creatività accoglie molti bambini. Dal tuo punto di vista cos’è che funziona e che lo rende un momento speciale?
Un posto speciale è fatto da persone speciali.
Nel nostro caso, il giovedì, che è il giorno di laboratorio, ci ritroviamo tutti insieme ragazzi, genitori ed educatori e “giochiamo”.
Giochiamo con i materiali e con i colori. Montiamo e smontiamo immagini, costruiamo e sperimentiamo, ci esprimiamo liberamente e impariamo delle tecniche semplici che possono servirci a giocare anche fuori da questo contesto.
Come partecipano i ragazzi alle attività?
Io “lancio” una palla che è l’idea del laboratorio e insieme la sviluppiamo, ci giochiamo. Ognuno di noi porta il proprio contributo e rende partecipi gli altri delle proprie fantasie.
Quest’anno stiamo esplorando diversi materiali, per fare un esempio concreto: abbiamo usato i fili di lana colorati come se si trattasse di tubetti di colore, abbiamo creato un tappeto e con il tappeto abbiamo volato materialmente e con la fantasia, abbiamo scritto la storia del volo e delle emozioni che quel volo aveva creato, poi l’abbiamo posato. Appeso alla parete ci siamo accorti che era diventato un’altra cosa: si era trasformato in un’opera di arte moderna, così gli abbiamo attribuito un titolo bizzarro, giocando con parole a caso.
Ogni volta ci inventiamo qualcosa di diverso e stimolante.
Per un professionista come te, quanto è importante la produzione creativa le che può avvenire in un laboratorio fatto da ragazzi “diversamente uguali”?
Non vorrei sembrare ripetitiva, ma io credo fermamente nel valore dell’esperienza:
Ogni bambino/ragazzo ha diritto al gioco e alla sperimentazione.
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